martedì 9 febbraio 2010

L'intervento di Insieme per Pedrengo sul Protocollo d'Intesa Banco Alimentare

Consiglio comunale 8 febbraio 2010
Osservazioni al punto n. 4 all’O.d.G.


Protocollo d’intesa Banco Alimentare

Queste operazioni ci lasciano l’amaro in bocca perché testimoniano di una società ricca e opulenta, la quale prima lascia indietro, nell’indigenza e spesso nella disperazione, i soggetti più deboli e poi cerca di lavare la propria coscienza con interventi di umiliante pubblica elemosina.
Forse la stessa azione si poteva fare con maggiore discrezione, senza la necessità della stipula di un protocollo di intesa. Con quella stessa discrezione con la quale, da molto tempo si muovono tante associazioni di volontariato, anche nel nostro Comune.
Se queste sono però le uniche modalità che l’Amministrazione ha trovato per aiutare chi è in stato di bisogno, non saremo certo noi ad opporci.

Comunque, per avere chiarimenti, poniamo due gruppi di domande: il primo riguarda una serie di informazioni sull’Associazione che è stata individuata e proposta.
Il secondo riguarda una serie di chiarimenti e osservazioni sul protocollo stesso.

1° gruppo di domande
Sono domande che facciamo per conoscere le peculiarità dell’Associazione e a quali soggetti sociali essa si rivolge.
Per quanto riguarda l’Associazione Banco di Solidarietà chiediamo se:
· È un associazione laica o confessionale
· È un associazione legata a partiti politici
· Da chi è composta
· Ha personalità giuridica
· E’ iscritta al registro provinciale del volontariato

Nel testo del protocollo è scritto che l’associazione segue circa 500 persone.
In questo numero sono comprese le famiglie o altre realtà come per esempio comunità, case famiglia, conventi, ecc.?
Quante sono complessivamente le famiglie che vengono aiutate?
· Quante sono di cittadinanza italiana
· Quante sono straniere ed extracomunitarie
· Quante hanno persone disabili al loro interno
· Quanti anziani soli
· Quante sono monoreddito o senza reddito
Desideriamo inoltre sapere:
· Quali sono i Comuni già convenzionati della nostra provincia.
Se nel costruire questo percorso sono stati preventivamente interpellati i gruppi e le associazioni del nostro Comune che operano nel campo socio-assistenziale.
Se non sono stati coinvolti, quali sono stati i motivi del loro non coinvolgimento?
Perché la Giunta ha scelto questa associazione e non altre?

2° gruppo di domande e osservazioni
Per quanto riguarda il protocollo di intesa al:
· punto A primo comma, periodo finale è scritto: “e che il Comune, per l’esercizio delle funzioni in ambiti territoriali adeguati, attua forme sia di decentramento sia di cooperazione con altri comuni e con la provincia”.
Chiediamo cosa centra questa affermazione in un protocollo d’intesa con una associazione privata.
· Punto B terzo comma “alla quale accompagna un’azione di solidarietà nella condivisione dei bisogni” – Che cosa significa?
· Punto C primo comma, si parla di “regolamento comunale per interventi socio-assistenziali”. A nostro avviso questo regolamento non esiste. Esistono il regolamento per la concessione di sovvenzioni e contributi, il regolamento ISEE, il regolamento per il SAD (Servizio Assistenza Anziani).
Pertanto questa dicitura non è corretta.
· All’art. 2 si dice massimo 5 nuclei familiari. Come mai 5 e non 8, 10 o 15, ecc… considerata la grave crisi economica ed il conseguente difficile momento che stiamo attraversando?

Questo protocollo è sottoscritto da due soggetti: il Comune e l’Associazione, ma i soggetti coinvolti sono tre, perché ci sono anche i volontari, con ruoli non secondari.

Per il terzo soggetto, cioè per il volontario, si prevedono incarichi ben definiti e rilevanti, in quanto viene delegato alla distribuzione, è quindi incaricato dell’azione finale, forse la più importante dell’operazione. Viene inoltre coinvolto “all’avvio di un intervento relazionale con le famiglie interessate alla consegna” e alla “verifica andamento attività in relazione ai volontari e ai nuclei familiari interessati”
Però questo soggetto, dal quale dipende l’efficacia del protocollo, non viene indicato. Supponiamo che non si trovi il volontario o che durante il periodo di durata del protocollo non intenda più svolgere il compito assegnatogli; che cosa succederebbe? Si bloccherebbe la distribuzione degli alimentari?

Secondo noi, un Consiglio comunale deve pronunciarsi su fatti certi, mentre in questo caso siamo chiamati a votare su delle ipotesi non controllabili.

Ci chiediamo quanto sia giusto votare un documento stipulato tra due contraenti, che per divenire efficace implica la presenza di un terzo soggetto, indispensabile per il buon esito dell’iniziativa, ma che su documento non viene indicato.

Noi riteniamo invece che il protocollo d’intesa avrebbe dovuto contenere il formale impegno di un’associazione di volontariato, la quale avrebbe dovuto essere la terza firmataria del documento.


per il Gruppo Consiliare
Insieme per Pedrengo
Mirco Perini

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