domenica 15 maggio 2011

Assemblea pubblica sull'acqua 23 maggio

Il gruppo INSIEME PER PEDRENGO organizza un’assemblea pubblica lunedì 23 maggio alle ore 20.45 presso la Sala Consiliare in via Don Pio Casari. Oggetto della serata sarà, in vista del referendum, la gestione dell’acqua, argomento che ci riguarda tutti molto da vicino e che è strettamente legato alla sfera locale.

Nei giorni 12 e 13 giugno, infatti, saremo chiamati a pronunciarci su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato e dei grandi capitali finanziari. Noi siamo convinti che la gestione dell’acqua debba rimanere pubblica e che non sia possibile immaginare che dall’acqua si possano ottenere profitti. Ricordiamo che il nostro gruppo ha sempre dimostrato grande sensibilità e attenzione per l’Acqua bene comune impegnandosi, insieme alle ACLI di Pedrengo nella raccolta firme lo scorso 2 giugno, e presentando diverse mozioni e interrogazioni a riguardo in Consiglio comunale, sempre respinte dall’Amministrazione comunale.
Alla serata interverranno ospiti esperti: Lorella Lari, referente del Comitato Referendario Bergamo “2 Si per l’Acqua Bene Comune”, e Alessandro Longaretti, Presidente di Uniacque S.p.A., mentre l’introduzione sarà a cura del nostro Capogruppo Daniele De Sanctis. L’incontro è una preziosa opportunità per saperne di più sulla gestione idrica, a cominciare dalla situazione del nostro paese.

150.esimo anniversario dell'Unità nazionale

L'iniziativa migliore per ricordare i 150 anni dell'Unità d'Italia è stata, secondo noi, l'esposizione della bandiera tricolore.

Siamo abituati a ricordarci del Tricolore solo quando gioca la Nazionale. In altri momenti la vediamo solo davanti agli edifici scolastici e ai Municipi.

Ci sono generazioni, la mia per esempio, che non hanno lottato per i diritti, che li hanno trovati pronti e impacchettati, e che non sanno neanche che sono scritti nella nostra Costituzione...e che appartengono a tutti noi.

Siamo abituati a manifestare con le bandiere dei partiti politici, a chiedere cambiamenti sventolando le bandiere del sindacato. Siamo abituati a soffrire ed a gioire sventolando la bandiera della propria squadra di calcio. Ma non siamo abituati ad amare il tricolore come coloro che sono morti per creare l'Italia. Credo che pochi oggi morirebbe per questi ideali: i nostri obiettivi sono cambiati.

Spesso il tricolore che abbiamo appeso alla finestra è una vecchia bandiera tirata fuori dalla cantina solo per l'adunata degli Alpini e per i Mondiali di calcio.
Una bandiera spesso logora e sporca. Forse l'Italia è messa proprio così...piena di glorie, di acciacchi, di sporcizia... ma trova ancora la forza di sventolare.

Perché festeggiare l'unità nazionale?
Perché siamo convinti che ci sia un'Italia migliore di quella attuale. Perché per questa Italia sono stati versati fiumi di sangue e dobbiamo sempre ricordarcelo. Perché è un'altra l'Italia che vogliamo. L'Italia di Rita Levi Montalcini e di Alda Merini. L'Italia dei Cavalieri di Vittorio Veneto. L'Italia dei Padri Costituenti. L'Italia dei Partigiani e di Indro Montanelli. Un'Italia fatta di intelligenza, di ironia e di coraggio. L'Italia, perché no, anche di quel tragico 8 Settembre in cui, per buona o cattiva che fosse, ogni cittadino ebbe il coraggio di scegliere la “sua” parte, di prendere “una” posizione; in maniera coerente con le proprie tradizioni familiari, con il proprio credo politico, con la propria personale storia individuale. Quella di quei cittadini che seppero decidere con fermezza, intimamente convinti che “quella”, in quel momento, fosse la via migliore, per se stessi e per il proprio Paese.

Non sono le sigle politiche a garantire la purezza di un comportamento bensì soltanto il rapporto del singolo con la propria coscienza. La coscienza, forse è proprio questa la cenerentola del nostro Paese, la bella addormentata da svegliare con un bacio. È lei che ci permette di agire per il bene comune o contro di esso.

Il libro più letto nel mondo, dopo la Bibbia, l’ha scritto un italiano: Pinocchio. In quella storia ci sono due personaggi - il Gatto e la Volpe - che sembrano ormai diventati, con la loro cinica furbizia, l’emblema del nostro carattere nazionale. Fregare il prossimo, fregare lo Stato con tutti i mezzi. E' uno sport praticato con superficiale allegria in tutti livelli della nostra società, e questa allegria non sembra essere turbata da alcuna ombra, perché ai gatti e alle volpi sfugge una semplice verità: lo Stato siamo noi.
La coscienza non si misura, non ha colore, non si esibisce, non può essere demagogica né populista, ma è forse proprio il risveglio della coscienza individuale - il fare bene il proprio dovere perché è giusto farlo - la via da percorrere per invertire la rotta.

Dobbiamo festeggiare l'unità nazionale perché siamo convinti della possibilità di migliorare, di crescere, di ritornare ad essere Nazione.
Come cittadini di questa Repubblica Democratica siamo chiamati tutti, singolarmente, a costruire questa Italia e a migliorarla in tutti i settori. Ognuno deve partire da se stesso e ricordare che la Patria non è solo un concetto astratto, ma qualcosa che ci appartiene, una fede che deve crescere e alimentarsi ogni giorno in tutto quello che facciamo o diciamo.
Ognuno di noi dovrebbe pensare in ogni momento, quando parla, lavora, ama, prega o sogna, di far parte di qualcosa di grande, una Nazione, che qualcuno ci ha donato senza chiedere nulla in cambio. A noi e alle nuove generazioni è affidato il “mantenimento” di questo dono, la voglia di togliere la ruggine, senza cambiarne la sostanza; perché l'Italia sia ancora, oggi e domani, un grande Paese in cui tutti noi possiamo riconoscerci.

W l'Italia!

Il gruppo consiliare
Insieme per Pedrengo