venerdì 29 gennaio 2010

IN ANTEPRIMA: ecco la mozione "Acqua bene comune"

Pedrengo, 19 gennaio 2009


Al Presidente del
Consiglio Comunale
di Pedrengo


I sottoscritti consiglieri comunali della lista civica “Insieme per Pedrengo”, presentano la seguente mozione come previsto dagli articoli 18, 19 comma 4.1 e successivi del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale, con richiesta di iscrizione al all’ordine del giorno prossimo Consiglio.

Il Consiglio Comunale di Pedrengo:
Premesso che:
· la gestione del servizio idrico integrato in Italia è attualmente normata dall’art. 23 bis della Lg. 133/2008 che prevedeva, in via ordinaria, il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali a imprenditori o società mediante il ricorso a gara, facendo largo forzatamente all’ingresso di privati.

· Che la norma citata è stata oggetto ultimamente di diversi interventi legislativi quali l’art. 15 del D.L. 135/2009, convertito con la legge 20 novembre 2009 n. 166 che ha modificato l’Art. 23 bis, e muove passi ancor più decisi verso la privatizzazione dei servizi pubblici, prevedendo:
- affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%;
- la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) alla data del 31 dicembre 2011.


Ritenuto che:
· l’acqua è un bene comune, è un bene limitato, indispensabile all’esistenza degli esseri viventi, è una fonte insostituibile di vita. L’acqua costituisce, pertanto, un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. L’acqua è un diritto inalienabile: dunque l’acqua non può essere proprietà di nessuno, bensì bene condiviso equamente da tutti.

· II problema dell’accesso all’acqua va assumendo una sempre maggiore. l’importanza a livello mondiale in relazione all’enorme perdita di vite umane causata dalla sua mancanza. Tale problema già nel quadro attuale, ma sempre più, in prospettiva rappresenta se non affrontato democraticamente secondo principi di equità, giustizia e rispetto per l’ambiente, una causa scatenante di tensioni e conflitti all’interno della comunità internazionale.

· Il servizio idrico integrato, oltre a rispondere ai principi di efficienza, efficacia ed economicità, deve necessariamente rispondere ai requisiti di accessibilità, universalità e sostenibilità ambientale.
Considerato che:
· La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”.

· Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno - priorità 2003-2006 – già affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”.

· Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006).

· A partire dalla promulgazione della carta europea dell’acqua (Strasburgo 1968) si è affermata a livello mondiale non solo la concezione dell’acqua come “bene Comune” per eccellenza, ma anche del suo uso come diritto fondamentale dell’uomo.

· L’art. 114 della Costituzione Italiana recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”.

· L’articolo 3 del Testo Unico sull’ordinamento, degli Enti Locali approvato con Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 recita: “II comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”.

· Il Codice dell’Ambiente approvato con decreto legislativo 3 Aprile 2006 n.152, all’articolo 144 afferma: “Le acque costituiscono una risorsa che va tutelata e utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi loro uso è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future”.

· La Chiesa Cattolica ha sostenuto con fermezza, con un Documento della Commissione Giustizia e pace in occasione del Forum di Kyoto, che l’acqua è un “diritto umano” ed ha espresso serie riserve sui processi di gestione delegata al mercato.

· Sono in atto anche nella nostra regione numerosi movimenti che rivendicano la difesa e il riconoscimento dell’acqua come bene comune aggregando culture ed esperienze differenti.

· L’Autorità d’Ambito della Provincia di Bergamo con atto del 20 marzo 2006 ha affidato alla società UNIACQUE la gestione del servizio, con l’obiettivo di gestire in house il ciclo integrato delle acque garantendo efficacia ed efficienza. Uniacque è una società totalmente pubblica alla quale ad oggi hanno aderito la Provincia di Bergamo e 216 Comuni (compreso il nostro), per una popolazione pari al 97% del totale.
A seguito della conversione in legge del Decreto, le amministrazioni per poter lasciare in gestione il servizio ad Uniacque fino a scadenza del contrato, dovranno cedere entro il 31 dicembre 2011 il 40% del capitale secondo le modalità stabilite dal decreto.

Tutto ciò premesso e considerato
Il Consiglio Comunale di Pedrengo impegna il Sindaco e la Giunta a:
1. Confermare il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di solidarietà.

2. Avviare una campagna informativa per formare nell’opinione pubblica cittadina una consapevolezza e una cultura dell’acqua come diritto e bene comune da tutelare e garantire; rendendo noto, attraverso il sito del comune, i risultati dei periodici esami svolti dal servizio idrico sulle caratteristiche dell’acqua per informare correttamente i cittadini e motivarli così all’uso dell’acqua del rubinetto.
3. Introdurre in tutte le strutture comunali, quali ed esempio scuole, mense ed uffici, il consumo dell’acqua pubblica, abbandonando quello di acqua in bottiglie di plastica, avvalendosi all’occorrenza di sistemi di trattamento dell’acqua e comunque sempre prevedendo adeguati controlli.

4. Incaricare la Commissione Ambiente e Territorio di promuovere e proporre idonee iniziative comunali di informazione e sensibilizzazione sul risparmio idrico.
6. Di sottoporre all’Assemblea dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) l’adozione di apposite iniziative quali:
a) sensibilizzazione dell’importanza della riduzione dei consumi di acqua in eccesso, attraverso informazione, incentivi, nonché attraverso una modulazione della tariffa atta a garantire un costo minimale per il minimo vitale quotidiano di ogni persona;
b) destinazione di un centesimo al metro cubo di acqua consumata per interventi di costruzione di strutture di captazione e distribuzione di impianti nei paesi privi di adeguate risorse idriche, attraverso al cooperazione internazionale.

8. Invitare i parlamentari lombardi ad operare per il riconoscimento dell’acqua come diritto umano universale e, pertanto, a garantirne il libero accesso promuovendo lo status del servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.
9. Di trasmettere il presente provvedimento all’ATO della Provincia di Bergamo, al Consiglio di Amministrazione della società pubblica UNIACQUE, al Presidente della Provincia di Bergamo e a tutti i Sindaci aderenti all’ATO e ai Parlamentari eletti nella nostra provincia.

Distinti saluti.

Daniele De Sanctis
Mirco Perini

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